Il 20 novembre è la Giornata mondiale dei diritti dei bambini

Il 20 novembre è la Giornata mondiale dei diritti dei bambini

Oggi l’Onu celebra bambini e adolescenti, per ricordare che ancora troppi di loro non godono dei diritti che meriterebbero.

I bambini sono strane creature, in apparenza fragili eppure così forti, possiedono risorse che gli adulti non sognano neppure. “I fanciulli trovano tutto nel nulla, gli uomini il nulla nel tutto”, scriveva Giacomo Leopardi riassumendo alla perfezione il costante stupore con cui i bambini si affacciano alla vita.

Ancora oggi i diritti dei bambini e degli adolescenti vengono calpestati e milioni di essi sono vittime di abusi e sfruttamento. Oltre all’intrinseca atrocità queste violenze hanno anche ripercussioni sociali, culturali ed economiche future, i minori vittime di violenze infatti diventano spesso adulti vulnerabili. Per lottare contro tali abusi il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza istituita dall’Onu.

La scelta per la celebrazione ricorda il giorno in cui, nel 1989, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, quello che sarebbe divenuto il trattato sui diritti umani più ratificato della storia. “Tutti siamo stati bambini e tutti noi condividiamo il desiderio per il benessere dei nostri figli che è sempre stato e continuerà ad essere la principale aspirazione dell’umanità”, ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Le Nazioni Unite invitano tutti i paesi a celebrare la giornata organizzando eventi volti a promuovere il benessere dell’infanzia.

Venticinque anni fa il mondo, attraverso la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ha fatto una promessa ai bambini: che avrebbe fatto tutto il possibile per proteggere e promuovere i loro diritti, per consentire loro di crescere e di esprimere il loro pieno potenziale. Da allora molta strada è stata fatta, a cominciare dal calo della mortalità infantile e dall’aumento delle iscrizioni scolastiche, ma ancora tanta ne resta da percorrere, basti pensare che oltre 150 milioni di bambini sono ancora costretti a lavorare rinunciando a svago e istruzione.

da: www.lifegate.it

 

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